A Milano in fiera. Anzi a Milano in fiere.
Perchè ormai a Milano di fiere ce ne sono due, la nuova megafiera di Rho e la vecchia fiera in zona viale Certosa denominata fiera Milanocity.
La vecchia fiera sta facendo la fine di tutte le opere pubbliche, devono decidere cosa farci e ci metteranno anni. Forse decenni. Probabilmente la butteranno giù, il che mi lascia perplesso perchè, a occhio, alcune delle sue strutture mi sembrano abbastanza nuove.
Per la serie “spendiamo soldi per un edificio nuovo, poi quando è finito decidiamo che è meglio rifare tutto da un’altra parte”.
A Milanocity adesso si ospitano le esposizioni minori. Tutte insieme, per risparmiare. Quest’anno c’erano Cartooncomics, la fiera del cioccolato e quella della birra artigianale in offerta 3X1. Paghi un biglietto e le vedi tutte e tre.
La fiera del cioccolato era misera, circa 5/10 stand in un padiglione seminascosto.
Tanto io sono andato per Cartooncomics. Solo che andare a cartooncomics senza soldi da spendere è come andare alla fiera del cioccolato col mal di denti.
A guardare e non toccare ci stai quasi male. Ho speso il mio ultralimitato budget negli ultimi due DVD di planetES che mi mancavano e poi mi sono ficcato le mani in tasca con l’intenzione di lasciarcele.
Cartooncomics non è mai stata una meraviglia, soffre troppo il confronto con Lucca comics e quest’anno è stata riunita in un unico padiglione, il che l’ha un po’ penalizzata. Quando la spezzavano su più piani sembrava più grossa, anche se probabilmente era solo un’impressione.
Bellina però la mostra su lady oscar, dove fra l’altro ho scoperto che il famoso film in live action non è una leggenda metropolitana. L’hanno fatto davvero nel 1979 con attori francesi. Ha la mia età.
Ho smesso di girare cartooncomics quando sul palco delle esibizioni si sono materializzati i doppiatori italiani di Naruto. Troppo teen per i miei gusti.
E ora passiamo al padiglione della birra.
In realtà era una fiera dedicata ai piccoli importatori ed ai microbirrifici italiani, cioè quelli che si fanno la birra da soli. Una realtà che sta prendendo abbastanza piede, almeno qui nel profondo nord.
Cosa che mi fa piacere. Personalmente preferisco una birra sconosciuta fatta in casa che una blasonata importata, con tutti i problemi di conservazione che si porta dietro.
Dalle mie parti di microbirrifici ce ne sono almeno tre (Casatenovo, Como, Merone) più un sacco di piccoli locali che offrono birre import in bottiglia.
I microbirrai, almeno al sabato, si sono dimostrati molto generosi distribuendo copiosi assaggi.
La palma al Birrificio Spluga: ho provato la loro lager di grano saraceno: fresca, dissetante, leggera… va giù che è un piacere… peccato fosse ancora troppo giovane per essere messa in bottiglia, altrimenti ne avrei portata a casa almeno una cassa.
Secondo posto per Rocca vini: hanno parecchie birre import, io ho provato una rossa, la Gerardus. Aveva un colore stupendo, e confermo che è anche molto buona.
Questa in bottiglia l’avevano, ne ho prese sei, ma in bottiglia rende meno.
Ho provato anche un paio di birre castagnate che non mi hanno molto impressionato. Poi qualcuno mi ha ricordato che ero in macchina ed ho smesso.
Mi è andata anche bene, amici ci sono andati la domenica e mi hanno detto che i birrai erano molto meno generosi con gli assaggi.