« Come IE fa impazzire un webmaster (la variabile keywords) »

13 luglio 2010 @ 11:06

Vi racconto la storia di un piccolo pezzo di codice javascript, che funzionava felice su tutti i browser del mondo creato.

Purtroppo arrivò il brutto IE, che invece lo gradiva su una pagina mentre su un’altra, identico, non gli andava  proprio giù.

Il codice potrebbe essere, più o meno, questo:

<script type="text/javascript">
<!--
function print_something(prefix){
	// assegno keywords
	keywords = "!";

	// scrivo le keywords
	document.write( prefix + keywords );

}

// chiedo la stampa
print_something("world");

// -->
</script>

Ora, perchè un codice del genere ad IE piace moltissimo in questo file e non funziona del tutto in quest’altro?

Non vi farò giocare alle 10 differenze, nel secondo file ci sono i meta tag nell’header ed IE decide di instanziare un oggetto keywords per accedervi. Quindi non si può riutilizzare la parola keywords come variabile nella funzione perchè IE l’ha già istanziata e ogni operazione porta ad un errore.

Da notare che questo simpatico comportamento  avviene solo all’interno di funzioni (all’esterno keywords risulta undefined) e solo se keywords non è dichiarata propriamente (cioè dichiarando var keywords = “!”; il codice funziona perfettamente).
Chiaramente IE non ritorna un messaggio di errore coerente, tipo questa variabile è già dichiarata,  ma si lamenta su operazioni non valide o proprietà inesistenti.

Cosa si impara da questa esperienza?

  1. dichiarare propriamente le variabili con var nomevar = valore; non è una perdita di tempo inutile
  2. dare dei nomi troppo comuni alle variabili non è una buona idea
  3. i bug più sono stupidi più sono difficili da trovare
  4. ie sucks.  Ma in fondo questa non è un novità

« Life’s complicated »

1 luglio 2010 @ 17:05

Delle volte potete chiedervi com’è lavorare in una pubblica amministrazione.

E’ così:

Schema delle immatricolazioni dell'università

Cos’è questo? E’ lo schema delle pagine per le immatricolazioni in una pubblica  università italiana di medio-grandi dimensioni.

Pensavate mica vengo-saluto-mi-iscrivo?

Come fa ad essere così complicato? Beh, è facile:

  • i corsi a numero programmato viaggiano su un binario a parte perchè hanno un test di accesso, per cui hanno il sacro bando che dice tutto
  • i corsi di laurea sono stati riformati due volte da quando io sono qui (leggi 590 e 270), questo produce tutta una serie di eccezioni. C’è un corso di laurea che, non si sa come, è riuscito a non essere riformato nemmeno una volta, in pratica è rimasto a prima del 1998.
    Questa pletora di norme entra a gamba tesa e trasversalmente in tutti i corsi di laurea, soprattutto se si parla di trasferimenti
  • le università hanno la cosiddetta autonomia didattica, il che da diritto ad introdurre modifiche a livello locale.
    Questo non sarebbe un gran problema, senonchè in realtà le modalità non vengono decise dall’università ma dalle singole facoltà che in pratica operano ognuna-per-se.
    Qui ci sono otto facoltà, immaginatevi cosa può uscire da questa combo.
    Per esempio adesso va di moda fare un test agli studenti per valutare se ne sanno abbastanza per fare l’università. solo che:
    – il test a volte lo puoi fare dopo esserti iscritto mentre a volte lo devi fare prima
    – il test può essere obbligatorio o no
    – se fallisci il test puoi essere obbligato a seguire un corso di recupero oppure no
    – se fallisci il test ti possono essere bloccati gli esami oppure no
    Chiaramente ogni facoltà ha deciso per se adottando una combinazione casuale di questi elementi

E’ chiaro che a queste condizioni non esiste una procedura semplice ed intuitiva per spiegare a un povero niubbo come ci si iscrive all’università.

E’ impossibile perchè non è possibile semplificare più di tanto quello che in realtà è estremamente complesso.

Quel che si può fare è cercare  di costruire una strada a prova di errore che guidi il massimo numero di persone sulla retta via, ma è dura…

« I permessi di phpBB3 »

14 giugno 2010 @ 15:08

Ovvero quello che mi capitò tentando di capire come funzionano i permessi, utenti, gruppi soprattutto ruoli di phpBB3, dovendo fare una migrazione da phpBB2.

E’ stato un incubo durato un paio di giorni. Continua »

« Assistenza helpdesk »

10 giugno 2010 @ 21:49

Alla quinta richiesta in dieci giorni “mi puoi sistemare il PC” ho deciso che:

  • la mia tariffa come consulente è di 15 €/ora
  • non sono compresi costi derivanti da hardware difettoso o acquistato erroneamente
  • mi riservo di rifiutare qualsiasi richiesta, prima o dopo aver visto il PC in questione
  • non presto assistenza a domicilio. Mi si porta il PC a casa
  • mi riservo di arrendermi a qualsiasi punto dell’intervento
  • non faccio diagnosi e non prescrivo cure su sintomi riferiti dal proprietario
  • non do garanzie sui tempi di esecuzione
  • non spiego cosa ho fatto una volta finito
  • non faccio backup

Valuto sconti, permute o modifiche alle condizioni solo per individui di sesso femminile.

« PEC: Primati Elettrauti Certificati »

27 aprile 2010 @ 14:12

Non so se stamattina a tutti telegiornali avete sentito il roboante annuncio che il governo offre una casella PEC a tutti gli Italiani.

PEC sta per Posta Elettronica Certificata, in pratica le mail mandate da questa casella a un’altra PEC hanno una sistema di verifiche che le rende legalmente valide al pari della raccomandata con ricevuta di ritorno.

Inoltre le Pubbliche amministrazioni  dovrebbero essere dotate per legge di una casella PEC, per cui puoi (in teoria) mandare mail a valore legale che le PA non possono far finta di non aver ricevuto.

Mi son chiesto se almeno questa volta avessero fatto le cose a modino, di cui dubitavo, e ho provato a farmi fare la mia PEC.

  1. Vai sul sito.
  2. Metti  nome, cognome e codice fiscale nella prima pagina della form.
    Notare il codice fiscale perché è di importanza capitale: quando ti chiedono il codice fiscale nove volte su dieci è per impedirti di iscriverti più di una volta.
    Io già mi insospettivo e cominciavo a capire che sarebbe finita male, anche perchè il sito era lento e dava segni di cedimento.
  3. Passa alla seconda pagina, metti la mail secondaria, la password, le domande segrete per la password e altri dati vari
    Nessuno mi ha chiesto quale username (tipo gerryino@….) volessi per la casella. Sempre più sospetto, sempre più paura.
  4. A questo punto succede il patatrac, il sito già un po’ comatoso muore fra il secondo e il terzo step della registrazione

A questo punto paura. Hanno i miei dati ma io non so se la procedura è andata a buon fine e soprattutto non mi hanno consegnato lo username.

  1. Provo a ripetere la registrazione. Naturalmente non si può, hanno già registrato il mio codice fiscale e non posso reiscrivermi. Ne deduco che probabilmente la registrazione è andata a buon fine anche se il sito è collassato
  2. Provo a recuperare la password… naturalmente SERVE LO USERNAME che non ho potuto avere causa collasso del sito. Fuck.
  3. Scrivo. Non puoi. C’è solo un call center che mi costringerà a stare ore al telefono per spiegare che io non conosco il mio username a una scimmietta ammaestrata a chiedermi lo username come prima cosa.

Brunetta caro, avrei degli appunti da farti

  1. Quando fai un sito, una web form o un programma in generale devo sempre pensare a cosa succede quando le cose vanno storte.  E devi verificare che non provochino un disastro insanabile.
  2. Grazie per avermi detto che la password deve essere di almeno 8 caratteri, con un numero e una lettera maiuscola. Un po’ meno grazie per non avermi detto che i caratteri devono essere esclusivamente alfanumerici, costringendomi a rimetterla per 5 volte prima di arrivarci da me.
  3. Un’azienda che non ha altri mezzi per contattarla che un call center non è un’azienda seria o è talmente monopolista che se ne può fregare della soddisfazione dei suoi clienti.

Elettrauti al lavoro.

« Come funzionano le API autenticate di Facebook »

26 aprile 2010 @ 13:45

Ho passato un buon pomeriggio a capire come funzionano le API di facebook.

Per i profani:  le  API di facebook sono quegli strumenti che permettono di compiere operazioni sui profili e le fan-page senza passare dalla pagina di facebook. In pratica è possibile  ottenere la lista degli amici, ottenere le informazione di un utente e persino pubblicare sul profilo senza (quasi) passare dalla pagina di facebook.

Le API hanno funzionalità  limitate, a meno che tu non riesca a farti dare dal titolare del profilo un’autorizzazione specifica ad operare più profondamente sul suo profilo.

Continua »

« Record »

23 aprile 2010 @ 10:17

Un blog ripreso dopo quasi due anni…

« Aggiorno »

25 luglio 2008 @ 15:48

Il blog no, ma wordpress si.

Strano, sembra che stavolta non abbiano subdolamente cambiato nessuna api nei template.

« RLM »

22 gennaio 2008 @ 21:00

E’ arrivata con solo 10 minuti di ritardo, che è già strano.

Ha riempito la sala. Ed era la prima volta che la vedevo piena, con la gente in piedi.

Per lei è stato pronunciato un discorso già scritto. La dizione era molto più impappinata dei suoi dieci minuti pronunciati a braccio.

Ha fatto ridere la sala per almeno due volte (una battuta sul suo necrologio e una sui fascisti).

Sospetto che abbia anche fatto piangere qualcuno.

Alla fine è stata circondata da una folta schiera di fans che volevano toccarla e fare una foto con lei, come una vera rockstar. Perlopiù erano ragazzine.

Ora, magari non è sempre stata simpaticissima.

Magari poteva evitare di fare quello spot per la telecom.

Magari a qualcuno ha anche rotto i cojoni.

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Ma come ca$$o fa una di 99 anni ad essere ancora così?

« RIP italia.it »

21 gennaio 2008 @ 12:18 Italia.it

Italia.it è morto così – 58 i milioni di euro stanziati, stando alle ultime dichiarazioni istituzionali (meno quelli effettivamente spesi). Un euro per ogni cittadino italiano. Più del costo di un aereo da guerra F117 Stealth. Il prezzo di circa 20 mila tonnellate di pane. Cinquemila anni di lavoro per un impiegato con mille euro al mese.

http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2165721