« Son tutte belle le lingue del mondo »

6 luglio 2006 @ 09:52

Gli inglesi sono i più misurati, niente strida epocali ma una affermazione perentoria (It’s in! It’s Grosso! It’s Italy!)

Gli olandesi sono già più agitati. Qualcuno li aveva scambiati per crucchi, ma si capisce dall’esultanza che non sono tedeschi.

Gli arabi, senza parole. Grosso, goool! Allah! Allah! Allah! Allah! Allah!

E adesso passiamo alle cose tragiche, cioè i sudamericani e dintorni.

I portoghesi: magia di Gilardiñu! Basta una dieresi per elevarci al rango dei brasileiri.

Gli argentini, come ospite Maradona. El golasso de Italia!

I brasiliani usano le dieresi meglio dei protoghesi: Tocci, Jilarginu, Deu Pieru, Grossu, Canavaru.

Il gran finale con “La sexta”, emittente spagnola. E’ lunga ma nel val la pena! Al primo il telecronista ripete la parola gol per almeno trenta volte. Al secondo si mette direttamente ad ululare come un Navajo sul piede di guerra.

E senza commento… I crucchi

Grazie a it.sport.calcio.fiorentina

« Pulizie di mezza estate di uno smanettone informatico »

3 luglio 2006 @ 12:15

Negli armadi delle persone normali si nascondo vestiti, vecchie foto, polvere e cappelli.

Nel mio ci ho trovato

  • 1 lettore DVD rom che non funziona tanto bene
  • 1 lettore CD Samsung che fa strani rumori
  • 1 lettore CD marca ignota che non legge i RW
  • 1 modem USB 56K
  • 1 masterizzatore plexwriter SCSI funzionante
  • 1 DVD rom SCSI pioneer funzionante
  • 1 minicase esterno per i due sopra (solo io potevo essere così suonato da comprarmi un case solo per il masterizzatore. Ah, la mia fase sborona)
  • 3 floppy drives (ad ogni Pc che trovo lo tolgo)
  • 1 HD maxtor ata 133 30GB il cui funzionamento è da verificare
  • 1 HD maxtor ata 133 120GB che da segni di cedimento, ma non ha ancora ceduto
  • 1 HD maxtor ata 100 20GB che dovrebbe funzionare salvo prova contraria
  • 2 Motherboards con annessi intel PIII 1GHZ probabilmente bruciate
  • 1 creative Sound blaster 16 ISA (lo slot ISA!)
  • 1 Sound blaster farlocca 16 ISA
  • 2 mouse, di cui uno con due rotelle
  • 1 scheda video S3 virge 3D AGP.1
  • 1 scheda SCSI II adaptec (era per il masterizzatore)
  • 1 scheda SCSI di marca ignota (e questa da dove arriva?)
  • 1 lettore ZIP 100 ATAPI (una volta non c’erano le chiavette USB)
  • 1 alimentatore ATX zifulo (il +12 volt è ballerino)
  • 1 case ATX mezzotower
  • 1 case ATX orizzontale
  • 1 switch VGA
  • Qualche chilometro di cavi di ogni foggia e uso, dal doppino telefonico al ribbon IDE 80 pin
  • Un DELL optiplex con PII@350Mhz, tutto compreso e funzionante

Oltre tutto questo con pezzi avanzati ho messo insieme un K6-III@500Mhz, 256MB ram PC100, TNT2, 20GB di HD, scheda di rete, funzionante discretamente con debian sarge.

La sola domanda è… mo’ cosa me ne faccio?

« Gli opposti mi attraggono/1 »

20 giugno 2006 @ 22:55

The Ramones – It’s AliveLa copertina di it's alive

A contare tutti gli accordi presenti in questo CD probabilmente si passa a stento la decina.

Joey Ramone è un mito, bastano due secondi di cantato per riconoscerlo fra mille. Una grande fortuna per un cantante.

Anche Johnny Ramone è un mito. Le converse, i jeans strappati, la mosrite sgarbellata (*), le pose.

*1*2*3*4* e poi il muro di suono, il fronzolo abolito per legge, i tre accordi elevati a vangelo. I Ramones live perdevano qualsiasi velleità artistica per diventare pura energia.

E’ un CD in cui si stacca il cervello per dedicarsi all’istinto. Tutto quello che c’è dentro, la batteria rigidamente in 4/4, gli assoli elementari, l’assoluta mancanza di stacco fra un pezzo e l’altro, tutto punta verso una sola direzione : facciamo un bel casino. E facciamolo in fretta, che sembra ancora più rumoroso.
Un disco che metto quando sono di buon umore o di pessimo umore. Non va bene per quanto sono ‘medio’. Va ascoltato quando ho delle energie da sacrificare. Va ascoltato per definizione ad un volume assordante. Se capita quando guido e sono in vena, posso diventare pericoloso.

Sigur Ros – Agaetis Byrjun

La copertina di Agaetis Byrjun dei Sigur RosTanto complesso quanto it’s alive è semplice. Arrangiamenti orchestrali, sperimentazione sui suoni, voci e cori curatissimi, il quartetto d’archi dietro (e davanti) alle melodie.

Questo è un disco onirico in molti sensi, un po’ per la dolcezza con cui parte. Un po’ (soprattutto) perchè, come ogni sogno, il suo scopo primario è portarti da un’altra parte.

E come in un sogno non c’è bisogno di capire come. La precondizione necessaria è lasciarsi trasportare nelle gelide terre islandesi, dove tutto sembra muoversi lento, lento ma solenne.

E soprattutto potente, una potenza nascosta ma tangibile, un qualcosa che se esplode spazza via tutto quello che trova davanti. La si sente in ogni canzone, questa potenza latente.

Ed ogni tanto esplode. A volte appena accennata, come in svefn-g-englar (quattro colpi di batteria seguiti subito dalla quiete).

A volte, come in Viðrar vel til loftárása, si scarica in pieno fino a raggiungere vette inarrivabili.
Ma parliamo della perfezione di questo pezzo. A cominciare dall’intro di piano è una successione grandiosa. La slide guitar, la voce, la pausa, il cresendo fino all’apoteosi finale.
Ecco, un gruppo che fa una canzone così per me ha guadagnato il diritto di entrare nell’olimpo della musica.

Hanno in comune che?!?

  1. Mi piacciono tutti e due
  2. Per nessuno di questi due CD è anche solo vagamente utile sapere i testi delle canzoni

(*) brianzolo: grattugiata, vissuta, graffiata

« Home »

16 giugno 2006 @ 19:51

Casa mia vista da molto in alto

Note. Di verde in giro ce n’è ancora. Tolto dietro dove hanno fatto la zona industriale di Barzanò.

Il tizio in basso a destra ha una piscina. E’ più grande di casa mia. L’ho misurata. (14mt vs. 12mt e qualcosa)

« Piccola storia di una censura Italiana »

25 maggio 2006 @ 13:46

In Italia esistono ancora monopoli di stato. L’AAMS gestisce ancora il monopolio sulle scommesse in Italia. Continua »

« Train Damage »

19 maggio 2006 @ 14:28

Il post dell’elfo mi ha stimolato dolci ricordi sulle mie avventure da cliente Trenitalia.

Il mio clientelarismo è di tipo pendolare, non viaggiatore da lunghe distanze.

A guardarlo da fuori il mio treno-pendolare non gli dai neanche il gravemente insufficiente d’incoraggiamento. E’ un locomotore ALn 668. Gli ultimi esemplari li hanno fatti nell ’83. Per cui ha minimo minimo 20 anni. portati vuoi bene, ma sempre 20 anni.

Bisogna saper scegliere accuratamente il posto a sedere. Ci sono certi finestrini che non possono essere aperti, il flusso aerodinamico porta dentro direttamente lo scarico del diesel.
20 anni fa il concetto di pm10 e multijet era un filo futuristico. Infatti il locomotore fuma come un turco senza la catalitica. Inutile che vi spieghi l’estivo dilemma di morire per ipertermia o morire per le esalazioni del motore.
Ma queste sono cose che si imparano ad evitare col tempo e l’esperienza.

Bisogna anche sapere che è un treno particolarmente frequentato da studenti delle superiori, almeno in certi orari.
La bella gioventù? Stoca$$o! La bella gioventù fa sempre un tale casino che se non hai il mal di testa te lo fa venire, e se ce l’hai ti porta rapidamente all’esaurimento nervoso.
Senza contare il richio di beccarsi una portata in faccia, una pedata negli stinchi (avete mai visto un 15enne che guarda dove va?), una cartellata, una pallina di carta sparata da una penna bic che era destinata a qualcun’altro.
Qui ti accorgi che in fondo i giovani d’oggi sono sempre tutti uguali, anche se potrebbe non sembrare.
Per fortuna sono abitudinari: hanno i loro trend-setter che stabiliscono qual’è il vagone-giovane ad inizio anno e non lo cambiano più. Se ti senti nostalgico o se hai bisogno di pace sai sempre dove (non) andare.

Però il besanino (nickname) ti stupisce quando meno te lo aspettti. Credo per un errore burocratico siamo stati i primi in lombardia ad avere l’aria condizionata. Non su tutti i vagoni, beninteso, bisogna sapere osservare il tetto.
C’era un periodo in cui i miei amici arrivavano al collasso dal caldo ed io invece fresco come una rosa.
Allora era la meritata vendetta contro chi l’aveva sempre definito rottame. “quel coso ha l’aria condizionata? ma come c@$$o è possibile?“. La vendetta dei deboli e degli oppressi.

Un altro suo punto a favore è una regolarità eccellente. Ricordo rari ritardi e mi ha lasciato a piedi solo due volte. Fra l’altro sempre alla stessa stazione, Triuggio Ponte-Albiate (no, Ermà, non li ho generati, esistono).
Una volta la combo 28°C-peso eccessivo-AC a manetta ha sovraccaricato il motore, che a un certo punto (giustamente IMHO) ha rifiutato di proseguire ed è entrato in agitazione sindacale irreversibile.
Un’altra volta un botto senza apparente motivo. Mi ricordo bene la voce funerea del capotreno: “Signori, questo treno non ripartirà più“.

Altra sua simpatica caratteristica è che la velocità di crociera ridotta ti permette di ammirare la verde campagna lombarda oggetto del tragitto. Con sommo piacere ho notato che ultimamente nei campi intorno a Buttafava (si, esiste una stazione chiamata Buttafava) sono ricomparse le lepri.
L’unica nota stonata è la zona residenziale “in” dopo Carate. Provate voi a tornare a casa stanchi, dopo ore di lavoro senza Aria Condizionata (quando la accendete? Fra un mese?!?!? ma vi drogate?!?!?), l’AC del treno è rotta (non è sempre festa…) e vedete il magnate Caratese che sguazza nella piscina che sta dentro al giardino della sua villa da un milione di euro.
E una cosa che rovina la giornata (oltre che far venire pensieri nostalgico-comunisti).

Purtroppo la regione Lombardia ha deliberato che una locomotiva a gasolio degli anni ’80 non è degna della regione più ricca d’Italia.
Nel giro di un paio d’anni (cioè 4 o 5, forse) verrà pensionata e rimodernata. Mi manchi già, dear besanino.

« Help Desk hate »

8 maggio 2006 @ 16:55

Ora, tra le brutte cose che hanno messo nel sito nuovo forse tra le più fastidiose il form dei contatti e l’indirizzo mail di redazione sbattuto in prima pagina.

Il che ci ha parzialmente trasformati in mail firewall umani che aiutano utenti a trovare quello che non trovano.

Ma noi siamo (troppo) buoni e cari. Quando ci arriva una richiesta ci sbattiamo, giriamo per sottositi di facoltà e dipartimenti per trovare informazioni, cerchiamo numeri e bandi imboscati nei posti meno probabili, ci poniamo delle domande…

Io mi sono sbattuto per te… ma tu, microcefalo, potevi almeno sbatterti a scrivere giusto il tuo c@##o di indirizzo di posta nel form dei contatti.

– These recipients of your message have been processed by the mail server:
*******fastwebnet.it; Failed; 5.1.1 (bad destination mailbox address)

Remote MTA **.***.***.***: SMTP diagnostic: 550 RCPT TO: < ******@fastwebnet.it> User unknown

PS: può sembrare esagerato, ma oggi ne sono arrivati quattro tra mailbox inesistenti o piene. Che significa almeno un ora di ricerche buttate nel cesso.

« PDM »

5 maggio 2006 @ 13:28

Ho avuto un paio di discussioni accese a seguito di un noto caso di cronaca recente, che ha avuto come risultato l’acuirsi di una certa voglia di forca in Italia.

Sarebbe facile liquidare tutto con un forca is evil, a me invece mi viene da pormi delle domande. Continua »

« »

28 aprile 2006 @ 15:36

19 agosto volo Jal Milano Tokyo ~ p. 21.20 arr 20 aug 16.05
01 settembre Osaka Tokyo Milano ~ 08.30 –  18.25

Tokyo, Nara, Kyoto, Hiroshima, Nikko e dintorni…

Gambatte kudasai, Gerry-san

« La linea invisibile »

21 aprile 2006 @ 13:51

Quella che divide chi ha i ricordi del militare e chi invece non li avrà