« La Death Valley »
17 febbraio 2011 @ 23:02E con il simpatico luogo definito Valle della Morte si conclude questo “piccolo” resoconto Califo/Neva/Arizoniano. Potete anche leggere tutti i post precedenti, se non vi è bastata.
Spero vi sia piaciuto leggerlo quanto a me farlo, si ringrazia il mio compare Vito per avermi accompagnato. L’anno prossimo altra meta.
Sappiate che ci sono dei filmati potenzialmente imbarazzanti di questo luogo, ma non so dove sono finiti e se anche lo sapessi non ve lo direi.
Zabriskie Point, Badwater basin + dettagli
Come tutti sapranno (almeno quelli che non dormivano durante le ore di geografia alle medie) la Valle della Morte è una profonda depressione che a causa della sua posizione raggiunge picchi estremi di aridità e calore. Sparsi per il parco ci sono poco rassicuranti cartelli che ricordano al turista come il caldo può uccidere.
Siamo entrati da Zabriskie Point, celebre per l’omonimo film di Antonioni: è una zona rocciosa dalle tipiche formazioni pallide che le danno l’aspetto di un desolato suolo lunare. I fiori che vedete (notevoli per l’aridità del luogo) li ho trovati leggermente lontani da Zabriskie Point, lì non cresce più l’erba, caro.
Badwater Basin è invece il punto più infossato della valle (-84 metri sul livello del mare). E’ il punto più arido ed estremo, la distesa bianca che vedete non è sabbia ne tanto meno neve, bensì sale. A maggio siamo entrati con una scorta di acqua e sali minerali, il deserto fa già paura. Non oso pensare come sia a luglio.
Sono dubbioso sul fatto di lasciare entrare tanti turisti, è un peccato tenere fuori la gente ma le formazioni saline sono estremamente delicate e il turismo le devasta in maniera piuttosto efficiente.
Sand Dunes, Immigrant Pass
La Sand Dunes sono una lunga serie di dune sabbiose naturali vicino a Stowepipe Wells. Lascio parlare le immagini perché sono indescrivibili.
L’unico commento che farò riguarda i suoi abitanti, nelle buche si dovrebbero nascondere tipi simpatici come i serpenti a sonagli. Pare escano solo a tarda sera e al mattino presto. Io ho visto solo tracce, numerosi cartelli sconsigliano di infilare le mani nelle buche per vedere se c’è qualcuno.
All’uscita dalla valle abbiamo percorso una strada poco battuta, l’Immigrant Pass. Questa via, che a tratti diventa una poco accogliente strada sterrata, mi ha stupito per la sua desolante solitudine. Avremo incrociato 3 macchine in tutta la mattinata, girando per le brulle colline che circondano la valle.
Ad intervalli regolari ci sono botti contenenti acqua piovana, servono per i radiatori che sbarellano per il caldo, anche se le auto moderne non ne hanno quasi più bisogno.
In questa zona ci sono molte miniere abbandonate. I cercatori d’oro invasero la valle sperando di trovare il minerale, invece trovarono ricche vene di borace che pure si rivelò redditizio. Ci sono molti ingressi ancora aperti, molte miniere sono percolanti per cui i soliti cartelli avvisano il turista: stay out, stay safe (ora, riguardo i cartelli, mi vien da pensare che le autorità americane sono molto apprensive oppure i turisti americani sono molto scemi e amano infilarsi in buchi pericolosi).
Due note finali sulla Death.
C’è un punto che mi sarebbe piaciuto vedere: Racetrack Playa, dove ci sono le celebri pietre che si muovono da sole. In questo posto ci sono pietroni che inspiegabilmente si muovono lasciando tracce dietro di sé, e ancora non c’è una spiegazione chiara. Purtroppo il posto è accessibile solo con jeep 4×4 e guidatori skillati, non era il caso di provarlo con una macchina presa a nolo.
Fuori dalla valle siamo transitati da una cittadina chiamata Trona. Credo che sia il posto più triste e desolante che mi sia mai capitato di vedere. Dovevamo fermarci a mangiare un boccone, ma siamo scappati per la tristezza.
Film da vedere
- Zabriskie Point – Michelangelo Antonioni
Ambientato in parte proprio lì. Lisergico, se lo vede e se lo capite, poi spiegatemelo.
Colonna sonora
- Californication – RHCP
- Sweet Child O’Mine – Guns N’ Roses
- Time of Your Life – Green Day
Last famous words
Qui la mappa con l’itinerario abbastanza preciso e la testimonianza del contachilometri che segna 2676 miglia (=4 306 Km ) in dieci giorni.
18 febbraio 2011 alle 12:04
G r a z i e
28 febbraio 2011 alle 16:52
E’ incredibile come, alle volte, i posti più inospitali risultino essere anche i più affascinanti del pianeta.