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10 settembre 2006 @ 20:29I Giapponesi sono persone riservate ed educate fino al parossismo. Non telefonano sul treno perchè darebbero fastidio al vicino di posto. Al massimo sul treno dormono, cosa che possono fare senza timore di venire derubati financo delle mutande.
La loro gentilezza (almeno quella apparente) è leggendaria. Appena arrivati a Tokyo abbiamo usufruito della disponibilità di una coppia di mezza età, vedendoci dubitosi sulla strada da prendere ci hanno preso in custodia ed accompagnato personalmente fino all’albergo.
Siccome avevamo la stanza nell’annesso e loro ci hanno accompagnato all’edificio principale, abbiamo sbagliato di circa 50 metri. Se ne sono accorti, dopo un ora hanno presentato regolari scuse scritte alla hall perchè ci venissero consegnate.
In realtà cercavano solo di attaccare bottone, perchè a settembre vengono in Italia ad Imola e probabilmente volevano una dritta su un buon posto dove mangiare le tigelle.
Il Giapponese medio è discretamente elegante. Niente di esagerato, ma si vestono abbastanza bene. Le ragazze sono carine, particolarmente ho notato che sono tutte magre. Paiono non conoscere problemi di peso. Dopo attenta riflessione ho però deciso che preferisco le occidentali.
Gli unici che esulano dai canoni sono i giovani si Shibuya. Pur essendo educatissimi come gli altri hanno una vena polemica verso il conformismo Giapponese. Si sfogano vestendosi in modo improbabile e sperimentando colorazioni di capelli al limite della decenza.
Tutto questo però sempre con compostezza Giapponese, vestiti come ti pare basta che non vai in giro a far casino.
Una cosa che potrebbe sembrare una leggenda metropolitana ma non lo è: le studentesse vanno in giro vestite come sailor moon.
Ma non perchè sono tutte suonate, bensì perchè le scuole primarie e secondarie (grossomodo fino alle nostre medie) impongono la divisa. La quale varia da istituto a istituto, ma un modello molto comune è appunto il vestito alla marinara.
La divisa è un simbolo distintivo della scuola che frequenti, quelle esclusive le riconosci al volo perchè hanno le divise più sciccose. E’ probabile che più di una ragazzina si ammazzi di ripetizioni per entrare nella scuola con la divisa più ‘in’ del circondario.
Se vuoi vedere un giovane Giapponese fare casino devi andare a giocare a bowling. lì si che si italianizzano: urla scomposte ad ogni strike, applausoni per le ragazzine che buttano giù un birillo, salti e capriole rituali.
Il bowling di Kyoto era un palazzone di sette piani: i primi tre dedicati allo scibile dei videogames, il quarto al banco, i restanti tre alle piste. Circa una sessantina.
Il bowling deve essere (assieme al karaoke) uno degli assiomi della socializzazione giapponese. Noi si va in disco, loro si fanno un torneo notturno. Il locale faceva orario continuato dalle 6 di sera alle 10 del mattino dopo. Fra l’altro costa anche poco, 10 euro per 5 games.
Ho messo in crisi la tizia del banco, vedendomi straniero e piazzato si è convinta che doveva andare in magazzino a trovare il paio di scarpini più grandi a disposizione. Ho giocato con le scarpe di pippo. Fa niente, ho vinto lo stesso.
PS: il sol levante è il paese dell’hi-tech. Il sistema di conteggio dei birilli (perdonatemi se ha un nome tecnico, non lo so) era una meraviglia elettronica. Dell’Olivetti.